Dissidi interni

Fascetto Giacomo Giovanni 1874 - 1950 (foto mia della lapide del cimitero).
Come in tutte le associazioni, anche nella SAOMS di Monleale si sono verificati dissidi interni di vario genere fra i soci, soprattutto legati all'amministrazione finanziaria (pagamenti ritardati o mai avvenuti della merce tuttavia ritirata, conteggi irregolari…). Tali dissidi sono variamente documentati nei registri del Consiglio Direttivo ed in quelli delle Assemblee dei soci. In alcuni casi si è giunto fino ad intentare cause legali, in particolare per tentare di recuperare il denaro dovuto alla Società dai "soci morosi".
Il primo dissidio riguarda la gestione economica della Società e, in particolare, colui che ne è direttamente incaricato, il cassiere sociale. Il 31 marzo 1902, infatti, il cassiere Boveri Bartolomeo rassegna le proprie dimissioni dall'incarico, affermando di averle presentate "allo scopo di togliere certe incertezze manifestate da qualche socio in aria che gli parrebbe che l'opera dello stesso cassiere non si presenti regolare"; il Consiglio non le accetta, perché l'opera del cassiere è giudicata più che regolare e "non gli pare il caso di ascoltare qualche diceria", tanto più che l'ultimo rendiconto, quello del 1901, presentato nell'Assemblea del 23 marzo, è stato approvato all'unanimità dai soci e dai sindaci[1].
Il 28 gennaio 1907 il Presidente dichiara di aver ricevuto dal cassiere Boveri Bartolomeo tutti i registri contabili e di averli trovati regolari; tuttavia, il cassiere ha presentato ancora una volta le proprie dimissioni.[2] In questo caso, non compare alcuna spiegazione per l'azione del Boveri, che, evidentemente, resta in carica ancora per un anno, per poi, in data 8 marzo 1908, rassegnare nuovamente le dimissioni, questa volta "irrevocabili". Non viene, però, subito sostituito, per mancanza di un altro socio con le capacità necessarie per prendere il suo posto. È del 19 marzo 1908 il verbale di consegna dei registri contabili da parte di Boveri Bartolomeo al Presidente della SAOMS; nel rendiconto del 1907 reso dal cassiere, figurano pagati due mandati a Zambosco Luigi di lire 16 e a Pelosi Vincenzo di lire 1, che non hanno firma, per cui, se si dovesse verificare qualche problema, dovrà essere il Boveri a saldare con denaro proprio; inoltre "si dichiara che nessuna riscossione venne eseguita a tutt'oggi dal Boveri sul conto 1908 salvo che il prestito di cui sopra del Bruno Carlo" di Filippo [si tratta di un prestito di lire 2000].[3]
Il 22 marzo 1908 si legge che Boveri Bartolomeo ha consegnato in data 19 marzo registri e fondo cassa nelle mani del segretario sociale Orefice Carlo; dai registri si evince che la SAOMS di Monleale gode di un avanzo di cassa di 1163,69 lire.[4] Orefice Carlo viene incaricato di svolgere provvisoriamente funzioni di cassiere sociale, essendosi dimostrato capace di assolvere tale incarico già in una precedente occasione e non avendo accettato nessun socio l'incarico di cassiere, nonostante fosse stato offerto un compenso annuo di lire 40. Il consigliere Fascetto Giacomo approva quanto detto dal Presidente, ma aggiunge che sarebbe cosa più conveniente far sì che il segretario sia nominato in maniera definitiva anche cassiere e che versi e prelevi settimanalmente le somme di denaro necessarie ai pagamenti o ricevute in pagamento dalle mani del presidente Zuccarelli Antonio, che si occuperebbe di conservare la cassa della SAOMS. In conclusione, si decide di nominare provvisoriamente a cassiere il segretario Orefice Carlo e a custode della Cassa il Presidente, salvo parere contrario dell'Assemblea.[5]
È a questo punto che gli incarichi di cassiere e segretario, che, in base allo Statuto Sociale dovrebbero essere svolti da due diverse persone allo scopo di non accentrare nelle mani di un solo individuo troppo potere decisionale e pratico, vengono assommati e affidati a un'unica persona. A tutt'oggi, alla SAOMS di Monleale avviene ancora così.
Il 5 febbraio 1911 Zuccarelli Antonio presenta le sue dimissioni dalla carica di Presidente, dopo aver diretto la SAOMS di Monleale fin dalla sua fondazione ed esserne stato uno dei principali sostenitori e finanziatori, e si ritira dalla sala per lasciare il Consiglio a deliberare in merito; il Consiglio respinge le dimissioni e chiede al Presidente di ritirarle per il bene della SAOMS; il Presidente, rientrato in sala, ritira le dimissioni.[6]
Il 10 marzo 1912 l'adunanza si svolge sotto la presidenza del vice Bruno Giuseppe; si ha l'insediamento dei nuovi consiglieri e nomina per schede segrete del Presidente, che è di nuovo Zuccarelli Antonio fu Giovanni. Appena rieletto, Zuccarelli Antonio fa un reclamo nei confronti del socio Fornasari Silvio, perché ha tenuto un contegno poco dignitoso durante la precedente assemblea del 25 febbraio 1912, al momento dell'elezione dei consiglieri sociali; il Consiglio decide di archiviare il reclamo per non creare dissidi fra i soci (nel verbale dell'Assemblea sopra citata non risultano comportamenti inadatti, litigi ecc).[7]
Il 1 novembre 1912, siccome si deve discutere di un'istanza di Orefice Carlo, il segretario è provvisoriamente Scherpa Faustino. Il problema è il seguente: il socio Bassi Ernesto ha pagato in due diversi momenti il dovuto al cassiere, ma questi ha riportato sulle due ricevute, una per il magazzino, l'altra per il cliente, solo un pagamento e solo su quella del cliente anche il secondo pagamento; dopo vari controlli sui registri, si è compreso che era accaduto questo per una svista ed il problema è stato appianato e risolto, per cui sono dichiarate dal Consiglio illegittime altre rimostranze da parte del Bassi e calunnie le malignità che spande in giro per turbare il buon ordine sociale.
Tuttavia, in conseguenza di ciò che è accaduto, Orefice Carlo si dimette da segretario e cassiere sociale, nonostante ripetute suppliche da parte del Consiglio di ritirare le dimissioni da almeno una delle due cariche.[8]
Il 10 dicembre 1912 si fissa per il giorno 26 corrente l'elezione di cassiere e segretario sociale e si decide di dare pubblico avviso ai soci, affinché chi intenda concorrere a tali cariche ne faccia domanda, anche solo verbale, ai membri del Consiglio.
Il 28 dicembre 1912, preso atto che non si è trovato nessuno disposto a ricoprire la carica di cassiere sociale, si rimanda la nomina ad altra data; nel frattempo, si continuerà a cercare una persona adatta e manterrà provvisoriamente l'incarico di cassiere, fino a nuova elezione, Orefice Carlo.
Allo stesso modo, siccome non si è trovato nessun socio disposto a ricoprire la carica di segretario sociale, il Consiglio insiste presso il dimissionario Orefice Carlo perché ritiri le dimissioni e lui, dopo varie insistenze, accetta, alle seguenti condizioni:
- che sia fissato l'assegno annuo del segretario in lire 235;
- che sia al più presto esonerato dalla carica di cassiere sociale.
Il Consiglio, dopo breve discussione, fissa l'assegno annuo del segretario in lire 225; quindi si procede all'elezione per schede segrete del segretario, che risulta essere Orefice Carlo.[9]
Nell'Assemblea sociale del 9 marzo 1913 è all'ordine del giorno l'approvazione del conto consuntivo 1912; il Presidente propone all'Assemblea di nominare come presidente provvisorio il socio anziano Davico Carlo, per alzata di mano, ma non si riesce a controllare la votazione; allora, interviene Boveri Clelio a dire che la nomina del Presidente pro tempore deve essere fatta a schede segrete, se lo richiede una terza parte dei presenti, in più si è cercato di far nominare il socio Davico presidente, senza prima aver proceduto all'appello nominale, come da Statuto; il socio Bassi si associa alle affermazioni di Boveri.
Il Presidente afferma che, trattandosi di un presidente provvisorio, gli sembra inutile e non conforme alle norme statutarie la nomina per schede segrete e procede invece alla nomina per appello nominale; viene eletto a presidente provvisorio Davico Carlo.
Vengono letti tutti gli incartamenti relativi al conto consuntivo; Boveri Clelio chiede di poterli esaminare direttamente. Si passa all'approvazione del conto per appello nominale: 12 sì e 12 no: il conto, per la prima ed unica volta nella storia della SAOMS monlealese, non è approvato, dunque il presidente provvisorio propone di rimandare a nuova data l'approvazione del conto e il socio Boveri Clelio propone di rimandarla a distanza di un mese, "non essendovi i verbali regolari per gli acquisti delle merci".
Si mette alla votazione la proposta di rimandare l'oggetto ad altra data e tale proposta viene approvata con 17 voti contro 16.
Il bilancio preventivo 1913 viene, invece, approvato con 21 voti a favore e 12 contrari.
Il Presidente invita l'Assemblea a voler deliberare in merito alla designazione di un socio a cassiere; è stata, infatti, presentata al Consiglio direttivo una candidatura in data 9 febbraio 1913 dal socio Mogni Angelo fu Giovanni, che si offre per la carica di cassiere: l'Assemblea approva all'unanimità.
A questo punto il socio Boveri Clelio chiede che venga redatto il verbale dell'Assemblea adesso, letto ed approvato. Il Presidente risponde che il verbale verrà redatto a fine seduta e non a metà seduta. Il socio Boveri si ritira dalla sala perché non viene accontentato e lo seguono Bassi Ernesto, Fornasari Silvio, Zambosco Rodolfo, Scherpa Vincenzo.
Dall'elenco degli appelli nominali della seduta si evince che i dissidenti, poi usciti anzitempo dalla sala sono: Boveri Clelio, Bassi Ernesto, Scherpa Vincenzo, Fornasari Silvio, Zambosco Rodofo, Cremanti Davide, Lavaselli Pasquale, Dalio Antonio, Battegazzorre Domenico, Boveri Cesare, Lavaselli Bartolomeo, Bernardelli Giovanni, Boveri Ambrogio, Pelosi Vincenzo (?).[10]
Il 16 marzo 1913 si legge che, siccome l'Assemblea sociale del 9 marzo non ha approvato il bilancio 1912, il Consiglio vede ciò come un voto di sfiducia verso il suo operato e ritiene opportuno rassegnare le proprie dimissioni, lasciando l'Assemblea libera di eleggere nuovi amministratori di sua fiducia; quindi, si dimettono Zuccarelli Antonio, Bruno Giuseppe, Scherpa Faustino, Zuccarelli Emilio e Fascetto Giacomo; quest'ultimo aveva dichiarato di dimettersi già prima dell'adunanza (non è chiaro se si riferisca all'adunanza dell'Assemblea o a quella del Consiglio).[11]
Il 6 aprile 1913 si elegge come presidente provvisorio dell'Assemblea sociale Boveri Clelio; prende la parola Bassi Ernesto che propone di rimandare l'approvazione del conto consuntivo 1912 ad altra adunanza, per dar tempo ai soci di verificare i registri. Viene fatta una votazione per appello nominale: chi approva il conto deve dire sì, chi approva la proposta di Bassi Ernesto di rimandare ad altra seduta la questione del conto deve dire no; vincono i no per 20 a 12.
Prende la parola il socio anziano Boveri Antonio, perché il presidente Zuccarelli si è ritirato dalla sala e riferisce che hanno dato le dimissioni sette consiglieri, in data 16 marzo, e anche i sindaci; l'Assemblea approva all'unanimità tali dimissioni e passa alla votazione per la sostituzione di consiglieri e sindaci.[12]
Il 13 aprile 1913 si ha un cambio epocale di direttivo: Boveri Antonio presiede provvisoriamente, perché membro anziano, il nuovo Consiglio. Si passa all'elezione del nuovo presidente, Sterpi Carlo, e del vice presidente, Scherpa Faustino.
Viene eletto, inoltre, come cassiere sociale, Mogni Angelo, con uno stipendio di 40 lire annue. A seguire, il 27 aprile 1913, Roveda Giuseppe si dimette dalla carica di messo sociale e viene eletto al suo posto Boveri Ambrogio.
Si sostituisce provvisoriamente il segretario dimissionario Orefice Carlo con Boveri Clelio.[13]
Il 22 giugno 1913 si revocano le deliberazioni del Consiglio del 1 novembre 1912 riguardante Bassi Ernesto e del 10 marzo 1912 riguardante Fornasari Silvio, perché considerate capziose e calunniose nei confronti dei due soci. Cito dal verbale: "Il Consiglio passa a trattare sull'istanza del socio Bassi tendente a revocare il verbale n° 28 in data primo novembre 1912 ed il verbale n° 15 in data 10 marzo 1912: dicendo essere detti verbali non conformi al vero e non corrispondenti alla volontà del Consiglio e tanto meno a quella dell'Assemblea sociale. Su questo oggetto prende la parola il consigliere Bassi Ernesto e spiega al Consiglio che il verbale n° 28 è assolutamente privo di buoni intendimenti e non mira ad altro che a izzare [leggi: ad aizzare] il Consiglio contro il socio Bassi onde questi ne trova motivo di espellerlo dalla società medesima, temendo che dalla correttezza e vigilanza che il socio Bassi va facendo della gestione sociale ne dovesse venire in luce qualche cosa poco corretta, e poco favorevole all'amministrazione. Che il verbale n° 15 in data 10 marzo 1912 che fa carico al socio Fornasari Silvio di poca dignità usata durante le elezioni dei Consiglieri Sociali, pel solo motivo che il Fornasari non dette il suo voto a loro favorevole e per di più non riconosceva di essere un umile seguace. Raccomanda al Consiglio di prendere in considerazione il suesposto. Ed essendo il Consigliere Bassi cointeressato in tale argomento ne esce dalla sala a ciò che il Consiglio ne delibera in merito. Il Consiglio sentito le ragioni del Bassi ammettendo che tanto il Bassi che il Fornasari sono persone oneste e degne di stima e che non era lecito inserire sui verbali del Consiglio Sociale simili calunnie senza ragioni e per futili motivi di idealità più o meno espansivi, all'unanimità delibera di revocare si come revoca la deliberazione n° 28 in data primo novembre 1912 riguardante il socio Bassi Ernesto e la deliberazione Consigliare n° 15 in data dieci marzo riguardante il socio Fornasari Silvio".[14]
Il 23 gennaio 1914 "il Presidente, sentito il rendiconto del cassiere Mogni Angelo allo scopo di venire ad un concordato colle ditte che non intendono riconoscere le loro pendenze verso la Società, espone doversi avvertire personalmente gli interessati per il 2 corrente pomeriggio nella sala delle adunanze per decidere in merito".
"Il consigliere Bassi Ernesto fa presente che i soci Orefice Carlo e Angelo in aperta opposizione agli interessi della Società da un anno circa, e cioè da quando il Carlo Orefice non venne rieletto segretario della società, continuano una speculazione di concimi e di tutti i generi venduti dal magazzino sociale; ma ciò con sleale concorrenza, facendo screditare la merce della società col dichiarato scopo di arrecarle danno e turbarne il buon andamento per dissensi colla Direzione. Fa pure presente che il socio Roveda Giuseppe va continuamente e pubblicamente diffamando il Consiglio Direttivo allo scopo di screditarlo per turbare il buon andamento della società.
Egli ritiene che i tre soci sunnominati siano posti nelle condizioni previste dall'articolo 11 dello Statuto Sociale.
Il Consiglio Direttivo colla conferma dei sindaci.
Udite le spiegazioni del consigliere Bassi e degli altri informati dei fatti denunciati.
Visto l'articolo 11 dello Statuto.
Considerato che i fratelli Orefice veramente ledono gli interessi della società, sia arrecandole danno colla concorrenza sleale, sia turbandone il buon andamento tanto che se fosse loro dato di continuare a rimanere in seno alla società stessa ne causerebbero la rovina.
Ritenuto invece che il Roveda pur essendo venuto meno al rispetto dovuto da un socio al proprio Consiglio Direttivo, non ha fino ad ora causato danni o turbamenti in seno alla società, tali da giustificarne l'espulsione, bastando al riguardo diffidarlo affinché modifichi la sua condotta,
delibera
di escludere dalla società Orefice Carlo e Angelo a termini dell'articolo 11 dello Statuto Sociale, mandando al Presidente di notificare loro per raccomandata tale esclusione.
Di sospendere ogni decisione al riguardo del socio Roveda, incaricando il presidente di diffidarlo che qualora egli non muti il suo modo di comportarsi verso il Consiglio Direttivo, trascorsi sei mesi dalla proposta cancellazione, verrà senz'altro espulso".[15]
Il 31 gennaio 1914 il Presidente, "allo scopo di chiarire i residui di magazzino dell'anno 1912, invitava nella sede sociale i sigg. Zuccarelli Antonio fu Giovanni ex presidente di questa società e Orefice Carlo ex segretario per giustificare i crediti risultanti verso i signori Fezia Valentino e Paolo fratelli di Volpedo, Cassola negoziante di Brignano Curone e Rolandi Angelo fu Domenico e Castellano Camillo i quali pure intervennero all'adunanza, ma non fu possibile di persuadere i vari debitori a riconoscere il proprio debito verso la società adducendo che la merce loro consegnata non rispondeva al titolo, il Cassola insisteva che la merce gli era stata rimessa al prezzo dei soci e gli fu rimessa la nota al prezzo dei non soci, Castellano Camillo e Rolandi Angelo ribattevano che nulla dovevano verso la società. Riguardo ai fratelli Fezia il Consiglio ha deliberato di transare amichevolmente per non incominciare delle liti che riescono di danno alla Società, e per gli altri crediti rinvia la decisione alla prossima Assemblea generale dei soci".[16]
Il 1 marzo 1914 il conto consuntivo 1913 viene approvato con 36 voti a favore e 18 contro, nonostante Roveda Giuseppe affermi che non trova giusto votare per l'approvazione del rendiconto del 1913, quando ancora non sia stato approvato il bilancio del 1912; tuttavia, il Presidente provvisorio prende atto dell'osservazione e passa oltre. Si decide di rimandare ad altra adunanza l'approvazione del bilancio preventivo per il 1914, perché si sono "manifestati nell'Assemblea dei dissensi che per poco non causarono la sospensione della seduta".[17]
Il 20 settembre 1914 si tiene un'Assemblea sociale (in cui si parla, tra gli "oggetti imprevisti", della causa contro gli Orefice), che il socio Zuccarelli Antonio ritiene illegale perché non conforme all'articolo 27 dello Statuto, in quanto l'avviso dell'assemblea deve essere pubblicato sul giornale almeno sette giorni prima, invece è stato pubblicato sul Popolo di Tortona il 20 settembre, giorno stesso dell'assemblea. "Il socio Bassi Ernesto dichiara nulla la proposta del socio Zuccarelli Antonio e dice che è stata pubblicata regolarmente bene sul giornale come prescrive lo Statuto, ed il socio Zuccarelli Antonio tenta di confondere l'assemblea sempre con delle proposte invane".[18]
Il 21 gennaio 1915 si delibera che, siccome il bilancio 1913 è stato chiuso con un errore di conteggio, è necessario modificare il bilancio 1914, al fine di poter scrivere in modo corretto quello del 1915.[19]
Il 31 dicembre 1915 si ha una "diserzione di seduta".[20]
Il 1 novembre 1916 il Consiglio, preso atto che ogni anno ci sono degli arretrati da pagare, cercherà di "venire incontro" a coloro che devono ancora versare del denaro.[21]
Il 26 dicembre 1916 il Consiglio delibera di mandare una lettera raccomandata a chi ha ancora da pagare conti arretrati per "venire in acconto colla società".[22]
Il 9 gennaio 1917 si parla di interessi e della lettera, nominata in precedenza, mandata a chi deve soldi alla SAOMS, ma, a causa della sintassi contorta, non capisco che cosa si sia deciso di fare… forse di mandare un'altra lettera di sollecito?[23]
Nel verbale del 3 giugno 1917 appare un passo, sintatticamente poco comprensibile, riguardante la merce che sparisce dal magazzino sociale "per mancanza di peso".[24]
Il 18 dicembre 1917 appare un altro passo di difficile decifrazione a causa della sintassi contorta: mi pare di capire che il Consiglio abbia preso precisa posizione nei confronti di coloro che non pagano gli arretrati alla SAOMS, ai quali si decide di mandare una lettera assicurata per richiamarli ad un accordo e, in caso non si presentassero, si opta per passare a vie legali.[25]
Il 23 marzo 1919 si ha un nuovo colpo di stato: si elegge quale "nuovo" Presidente Zuccarelli Antonio e nuovo vice presidente Boveri Antonio.
Il verbale del 18 dicembre 1919 contiene lunghi ed incomprensibili passi, da cui mi pare di evincere che si stia trattando con i debitori della SAOMS per farsi restituire i soldi e pagare i debiti arretrati. Inoltre, si decide che, d'ora innanzi, il pagamento al magazzino sociale si farà alla consegna della merce o entro 30 giorni dal ritiro e, per qualsiasi ritardo, si dovrà applicare l'interesse commerciale del 7%.[26]
Il 7 marzo 1922 Zuccarelli Antonio rassegna le proprie dimissioni da Presidente per motivi di famiglia, di età e per impegni in altre occupazioni pubbliche, facendo gli auguri per il bene della Società stessa e perché possa essere trovato un Presidente più giovane; il Consiglio accetta le dimissioni con "lodato congedo". Quindi, viene eletto presidente Fornasari Silvio e vice presidente Cadirola Faustino (riceve due voti anche Orefice Angelo, evidentemente riammesso nella Società).[27]
Il 30 dicembre 1922 Orefice Carlo fa domanda di riammissione e il Presidente fa presente che non gli pare giusto riammetterlo a norma dello Statuto, siccome era stato espulso, ma Zuccarelli Antonio è invece favorevole a tale riammissione; si procede a votazione a schede segrete e ottiene 3 voti a favore e tre contro, quindi Orefice Carlo non viene riammesso a far parte della SAOMS.[28]
Il 23 febbraio 1935 il Presidente Silvio Fornasari presenta le proprie dimissioni per motivi di famiglia e il Consiglio non le accetta, pregandolo di ritirarle e di voler continuare nel suo mandato. Il 10 marzo 1935 presiede il vice presidente Cadirola Faustino e il Consiglio accetta le dimissioni irrevocabili del Presidente. Anche il consigliere Boveri Ambrogio rassegna le proprie dimissioni per avanzata età; il Consiglio deplora tali dimissioni, ma le accetta, a condizione che l'ex consigliere si mantenga solidale sul debito cambiario della società. In conseguenza di tali cambiamenti, Cadirola Faustino è nominato Presidente.[29]
È del 1953 / 1954 una "relazione del Consiglio di Amministrazione in merito al bilancio 1953": si è dovuto far fronte alle spese per la ristrutturazione dell'edificio sociale, spese non rilevanti, ma forti in confronto alle entrate; le feste da ballo, che in genere davano un avanzo di cassa, questa volta hanno dato un disavanzo quella patronale, mentre per quelle del 7 e 8 dicembre non è ancora possibile calcolare il guadagno, perché, per un'infrazione involontaria, la guardia di finanza ha elevato una contravvenzione non ancora notificata e si spera che l'avanzo di cassa sia sufficiente a pagarla. "Inoltre, si crede superfluo discutere sul magazzino essendo scomparso il vecchio entusiasmo fra i soci i quali preferiscono acquistare la merce sul mercato anziché presso la società. (…) Incrementare il nostro sodalizio è quasi impossibile, la nuova generazione tende a trovare gli svaghi fuori dall'ambito della Società e non è portata a fare sacrifici per il nostro vecchio Sodalizio. Speriamo che con alto spirito di comprensione tutti i Soci dimostrino in avvenire maggiore fiducia nei destini del nostro Ente, sì da potere ridare alla Società la sua vecchia funzione benefica e nel contempo poter donare sensibili vantaggi ai suoi Soci".[30]
[1] Cfr. cartella 11 dell'Archivio SAOMS.
[2] Cfr. cartella 17 dell'Archivio SAOMS.
[3] Cfr. cartelle 12 e 17 dell'Archivio SAOMS.
[4] Le entrate, che corrispondono ad un totale di 3047,69 lire, sono costituite dal prestito fatto dal sig. Bruno Carlo di Filippo (di cui si è precedentemente accennato), ammontante a 2000 lire, dal fondo cassa dell'esercizio 1907, di 1017,69 lire e dal lascito del dottor Fascioli di 30 lire; le spese, costituite dai pagamenti eseguiti nel 1908, ammontano a 1884 lire.
[5] Cfr. cartelle 12 e 17 dell'Archivio SAOMS.
[6] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[7] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[8] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[9] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[10] Cfr. cartelle 6 e 7 dell'Archivio SAOMS.
[11] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[12] Cfr. cartella 7 dell'Archivio SAOMS.
[13] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[14] Cfr. cartella 13 dell'Archivio SAOMS.
[15] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[16] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[17] Cfr. cartella 7 dell'Archivio SAOMS.
[18] Cfr. cartella 7 dell'Archivio SAOMS.
[19] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[20] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[21] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[22] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[23] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[24] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[25] Cfr. cartella 14 dell'Archivio SAOMS.
[26] Cfr. cartella 15 dell'Archivio SAOMS.
[27] Cfr. cartella 15 dell'Archivio SAOMS.
[28] Cfr. cartella 15 dell'Archivio SAOMS.
[29] Cfr. cartella 15 dell'Archivio SAOMS.
[30] Cfr. cartella 9 dell'Archivio SAOMS.